Pubblicato 
domenica, 07 Febbraio 2021
Chromebook Observer

Perché acquistare un Chromebook?

Argomento arduo da affrontare, per questo abbiamo deciso di dipanarlo in più argomentazioni distinte, per non cadere nel più classico dei cliché, il famoso "dipende".

Affronteremo quindi non solo analisi tecniche, ma anche di mercato e di sostenibilità sia economica sia geopolitica.

Il mercato dei Chromebook in Italia e nel Mondo

Nel mercato italiano i Chromebook hanno una presenza abbastanza di nicchia. Purtroppo mancano statistiche ufficiali, ma a fine 2020 dovrebbero essersi assestati sullo 0.1% contro l'1.8% di media in Europa e USA.
Dati però fortemente limitanti, in quanto nella seconda metà del 2021 Google ha fortemente sponsorizzato i Chromebook in Italia con anche campagne di Guerrilla marketing nelle stazioni delle metropolitane.

Decisamente diverso il discorso invece nel mercato globale, ove anzi hanno addirittura mostrato una crescita tale da far ipotizzare a numerosi analisti che entro i prossimi 6 anni potrebbero ritagliarsi l'8.2% del mercato dei portatili.

Entro il 2027 è previsto un market share di oltre 14 miliardi di dollari.

Non proprio bruscolini.

Come mai questa differenza tra Italia ed Europa?

L'Italia in ambito tecnologico è sempre stato un paese conservatore, ove è difficile la penetrazione di una nuova tecnologia qualora fosse già presente un'altra più affermata percepita come di pari livello.

Difatti il grosso del mercato italiano dei portatili gira attorno a due sistemi operativi: Windows e MacOS con una fortissima preponderanza del primo.

Questo rende più ostica la penetrazione di ChromeOS, nonostante la pandemia Covid-19 abbia dato uno stimolo alla digitalizzazione (vedi telelavoro e DAD), il marchio Chromebook ancora viene percepito come un qualcosa di incompleto, difficile da usare e carente delle funzionalità essenziali.

Chromebook e DaD, un matrimonio perfetto

Ebbene sì, la pandemia da Covid-19 ha costretto ad una forte digitalizzazione, per poter sopperire all'assenza di contatti diretti, in particolare nel mondo della scuola.

Questo ha comportato una forte ricerca di dispositivi (portatili, tablet, smartphone) che consentissero di lavorare e, soprattutto, studiare a distanza, spendendo poco.

Ed è qui che negli USA e in molti paesi Europei i Chromebook hanno trovato la loro fetta di mercato, perfetti soprattutto per lo studio in quanto:

In Italia purtroppo questi aspetti non sono stati percepiti, molti utenti neppure sanno cosa sia ChromeOS né cosa ci si possa fare.

Negli ultimi 10 anni Google ha investito notevolmente nello sviluppo dei Chromebook come supporto per lo studio, è anche presente un programma apposito, il Chrome Education Upgrade.

Perché scegliere un Chromebook rispetto ad un portatile con Windows?

Ovviamente non sono la stessa cosa, ed è l'uso che ne fa l'utente a determinare realmente quale sia il dispositivo migliore.

Con un PC Windows bene o male ci si può fare qualunque cosa, mentre con un Chromebook ci si possono fare tante cose, ma non proprio tutto.

Ma è qui che entra in gioco il livello dell'utente.

I Chromebook per l'utente medio

Per la persona media, che ne fa un uso da ufficio o domestico, è assolutamente improprio pensare che vi sia una differenza.

Con un Chromebook si naviga come con un PC Windows, anzi meglio in quanto non soffre di alcun rallentamento, ed è molto più sicuro in quanto non esistono virus per i Chromebook e tutti i dati dei dispositivi sono criptati.

L'apertura di documenti, immagini (anche RAW in formati proprietari!), pdf e tanto altro è rapida e nativa, non va installato nulla.

L'interfaccia è complicata ed ostica?
Non proprio.

Porto ad esempio una nota personale per rispondere a questo interrogativo: ho regalato a mio padre (uomo di 68 anni, non pratico col digitale) un mio vecchio Chromebook, con mia grande sorpresa ci si è impratichito già dopo pochi minuti e da subito ha abbandonato il suo pc desktop usando quasi esclusivamente il nuovo dispositivo.

Ma come fa ad essere così veloce? Alzo il monitor e già è partito. Ci collego la fotocamera e mi vede anche i NEF, fantastico!

Ne era estasiato.

Quindi no, non è difficile usare un Chromebook, basta solo abituarsi all'idea che il desktop è solo uno sfondo e non può essere utilizzato per riempirlo di cartelle e file ambulanti.

L'interfaccia è intuitiva, basta ricordarsi che il desktop è solo una componente estetica

I Chromebook per l'utente avanzato

Gli utenti più avanzati hanno ovviamente necessità più avanzate, ed è qui che un Chromebook come strumento primario può manifestare qualche limite, ma meno di quanti ci si possa aspettare.

Fino a pochi anni fa l'esperienza con un Chromebook era di suo molto limitata, ad esempio era pressoché impossibile programmare senza l'uso di scomodissimi strumenti cloud nel browser.

Ma negli ultimi anni è cambiato tutto radicalmente, prima con l'implementazione del Play Store che consente di installare tutte le App Android nativamente, poi con il supporto ai .DEB che consente di installare molti applicativi nativi per Linux Debian (o Ubuntu).

Il supporto a Linux ha aumentato notevolmente le possibilità d'uso di un Chromebook.

Ora ad esempio è possibile installarvi Visual Studio, la suite di programmazione più diffusa al mondo, o addirittura Libre Office, la suite Office opensource più diffusa.
E non è tutto, ogni giorno aumentano le compatibilità.

I difetti però, esistono.

Da web developer, posso dire che non ho alcuna difficoltà, ma ho il vantaggio di lavorare su un server di sviluppo esterno (in ssh).

In locale non sarebbe stato possibile in quanto non sono stato in grado di far funzionare il tutto.

È vero però che anche se avesse funzionato non avrei potuto pretendere prestazioni di altissimo livello.

Personalmente trovo in generale ben poco utile lavorare in locale rispetto ad avere un server di sviluppo, il dispositivo in uso può danneggiarsi più facilmente e subire cali di prestazioni in base al carico del momento, mentre con un server esterno, che è possibile metter su con meno di 200€, il problema non sussiste, ma è ovvio che bisogna essere connessi a internet.

Ma questo sta alla valutazione personale.

Per quanto concerne invece l'elaborazione delle immagini o dei video, scordatevi Photoshop e la suite Adobe.

È vero, esistono le app, ma non sono la stessa cosa e comunque è un dispositivo che se pure potesse non sarebbe in grado di sopportare un Adobe Premiere o un Adobe Indesign come si deve.

Ma questo è un discorso che vale anche per un ultrabook Windows.

Rimane un'altra questione: sul mercato sono disponibili tanti portatili Windows, anche ultrabook, a meno di 400€.
Perché preferire un Chromebook a questi ultimi?

Quanto costa un Chromebook e perché conviene

È verissimo, un buon Chromebook è acquistabile a meno di 400€, io stesso ho potuto acquistare un Lenovo Chromebook S340 a soli 191€, con il quale lavoro, guardo film e programmo tutti i giorni.

E parliamo di un dispositivo assolutamente all'avanguardia, non fatevi trarre in inganno dal prezzo.

Eppure esistono terminali Windows anch'essi molto economici, ad esempio Chuwi Corebook o Teclast e Bmax a poco meno di 400€.

La differenza sta principalmente nella robustezza del dispositivo: i Chromebook sono sempre molto più solidi di questi dispositivi, in quanto ciò che si è risparmiato in termini di hardware e licenze, è andato nell'ingegnerizzazione dello chassis, oltre al discorso sulla garanzia.

Windows difatti è molto più pesante come sistema operativo rispetto a ChromeOS, il che rende necessario un hardware più potente e il costo della licenza del sistema operativo.

A parità di hardware i Chromebook sono sempre più performanti e tendono a costare decisamente meno.

Riguardo alla garanzia, ad esclusione di Amazon (dove gli ultrabook cinesi costano sempre più di 400€), ricorrervi è difficile, mentre i Chromebook sono sempre di marchi che hanno un forte storico e presenza sul territorio.

La longevità

Differentemente dai dispositivi per Windows, i Chromebook sono dispositivi enormemente longevi.

È vero, negli ultimi anni la vita media dei dispositivi Windows è aumentata notevolmente, ma c'è comunque un vincolo fisico a cui ci si piega in ultima battuta: lo spazio.

Ad esempio, se 3 o 4 anni fa un dispositivo con 64gb di memoria poteva girare con Windows10 senza problemi, ora è di fatto un prodotto da scartare.

Ci tengo a precisarlo, Windows gira pure, ma aggiornarlo è pressoché impossibile dato che il grosso dei dati è occupato da un sistema operativo multipurpose.
Un sistema operativo che risulta essere identico sia per il professionista che deve fare montaggio video che per l'utente medio che deve gestire dei documenti, è normale quindi che sia estremamente pesante.

Questo con Chromebook non avviene, i dispositivi top di gamma hanno 128gb di memoria, ma potremmo accendere oggi un dispositivo con 32gb e funzionerebbe senza colpo ferire.

Il mio vecchio Asus C301SA, un dispositivo del 2016, gira ancora perfettamente, riceve costantemente gli aggiornamenti ed è compatibile con le ultime novità al pari di un Pixelbook.

Questo comporta meno spese nel lungo termine ed un minor impatto ambientale.

In conclusione

I Chromebook hanno tanti lati positivi, così come le loro pecche.

Possono essere un ottimo dispositivo secondario per il professionista che vuole un terminale in portabilità, durante i viaggi o per visitare i clienti, con più o meno (o anche nessuna) limitazioni in base al tipo di professione.

Mentre per l'utente medio o per l'uso d'ufficio, possono assolutamente sostituire i terminali più classici senza colpo ferire.


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