Le innovazioni nella tecnologia di consumo possono portare grandi trasformazioni, a volte non nei modi previsti. In effetti, la parola "disruptive" viene spesso utilizzata per descrivere queste innovazioni, ma cosa succede quando la vera “disruption” colpisce coloro che tentano di innovare? Esplorando la storia, si possono rinvenire alcuni dei fallimenti più memorabili nel campo del rebranding tecnologico. Di seguito, si presenteranno alcuni dei più clamorosi errori di rebranding nel settore della tecnologia.
In questo articolo
1. Qwikster
Il nome racconta quanto è durata
Nel 2011, Netflix si trovava a un bivio. Dopo l'introduzione dello streaming, il CEO Reed Hastings annunciò la separazione dei servizi di noleggio DVD da quelli di streaming, facendo esplodere il costo per i consumatori. Due mesi dopo, Netflix perse metà del suo valore azionario, mentre il tentativo di lanciare Qwikster, un servizio separato per il noleggio DVD, fallì miseramente già dopo un mese.
2. Isis Mobile Wallet
Il "bad press" esiste davvero
Lanciato nel 2013 da AT&T, Verizon e T-Mobile, il portafoglio mobile Isis tentava di emergere nel mercato dei pagamenti. La concomitanza con l'emergere dell'organizzazione terroristica ISIS creò confusione e cattiva reputazione, costringendo il marchio a reinventarsi come Softcard. Malgrado ciò, Softcard non riuscì a decollare.
3. La tavoletta JooJoo
Nessuna buona sorte per il JooJoo
Nel 2008, il tablet JooJoo doveva rappresentare il futuro della tecnologia grazie a un prezzo proposto di 500 dollari. Lanciato pochi giorni prima dell'iPad, il JooJoo non poteva competere e risultò un fallimento commerciale. L'incapacità di differenziare il prodotto portò a una rapida scomparsa dal mercato.
4. Oxford Dictionaries
Parole di Dre
Nel 2014, Oxford University Press optò per un restyling del logo, passando a uno simile al marchio Beats, senza ottenere il favore del pubblico. Questa scelta fu vista come poco originale e lontana dalla tradizione della prestigiosa casa editrice.
5. Ridisegno del logo di DeviantArt
Un taglio al di sopra del resto?
Il restyling del logo di DeviantArt nel 2014 puntò a un’immagine più moderna, ma spinse molti utenti a chiedersi la reale necessità di tale cambiamento. Il nuovo logo, mai pienamente accettato, sollevò interrogativi sulla direzione artistica proposta dalla comunità.
6. Microsoft 365 Office
Strizza gli occhi, e forse lo vedrai!
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Microsoft ha recentemente rebranding il suo pacchetto di produttività, ora Microsoft 365 Copilot. La nuova identità è stata accolta con polemiche, principalmente a causa della poca visibilità del logo ridisegnato che non rifletteva l'importanza del marchio. Le critiche sono state innumerevoli, confrontando il prezzo aumentato senza giustificazione al restyling non riuscito.
7. Il canale Sci-Fi
Sci-Fi diventa STI
Il canale Sci-Fi decise di rinnovare il proprio logo in SyFy, ma ciò non fece che scatenare ilarità e confusione, in particolare nei mercati esteri, dove il termine “Syfy” è associato a connotazioni non desiderate. Nonostante le critiche, il rebranding è rimasto intatto.
8. Radio Shack
Basta tentare di far diventare "The Shack"!
Il tentativo di Radio Shack di rinnovarsi nel 2008, proponendosi come "The Shack", risultò problematico. La confusione generata dalla coesistenza dei nomi nel marketing portò a un’ulteriore caduta del marchio, che non riuscì a soddisfare la propria clientela storica.
9. Meta (precedentemente Facebook)
'Sfortunatamente, non si può dire cosa sia il Meta'
La trasformazione di Facebook in Meta si rivelò controproducente, soprattutto nei confronti di una fascia di utenti anziani. La comunicazione del cambiamento fu difficile, sollevando domande sull'impatto reale su una piattaforma già ben consolidata.
10. Twitter
Un rebranding degno di un saluto
Il cambio di branding di Twitter in "X" sotto la gestione Elon Musk ha scatenato non poche critiche. La decisione di alterare un nome già riconosciuto ha portato a confusione tra gli utenti, con un’ormai celebre difficoltà di comunicazione del servizio stesso.
La storia di queste operazioni di rebranding fungono da insegnamento importante: si tratta di un investimento che può risultare rischioso. Le aziende dovrebbero riflettere attentamente prima di apportare cambiamenti significativi.
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