Negli ultimi anni, la rimozione di contenuti online ha guadagnato sempre più attenzione, poiché governi e diverse agenzie in tutto il mondo hanno presentato richieste di cancellazione. La crescente censura digitale ha portato a un'analisi accurata delle richieste ricevute da Google, rivelando un quadro significativo della situazione attuale. Le statistiche mostrano chiaramente la preferenza per la rimozione di contenuti da YouTube rispetto ai risultati di ricerca di Google.
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Panoramica sulle rimozioni di contenuti
Nel periodo che va dal 2020 al 2024, circa il 54% delle richieste di rimozione è stato indirizzato a YouTube, mentre il 31% riguardava Google Search. Le rimanenti richieste, totale del 15%, si riferivano ad altri servizi di Google. Questa analisi è stata condotta da Surfshark, un noto fornitore di servizi VPN, che ha esaminato oltre 300.000 richieste provenienti da tribunali e agenzie governative in tutto il mondo.
Paesi con il maggior numero di richieste
Tra i paesi, Russia, India e Turchia si sono distinti nel presentare richieste di rimozione. In particolare, la Russia ha guidato il numero di richieste per YouTube e Google Search. L’India si è posizionata al secondo posto con 8.000 richieste per YouTube, seguita dalla Turchia con 6.000 richieste. Per quanto riguarda il motore di ricerca, la Corea del Sud ha registrato circa 16.000 richieste, posizionandosi al secondo posto dopo la Russia.
Motivi dietro le rimozioni
I motivi che hanno spinto alla richiesta di rimozione dei contenuti sono stati vari e includono aspetti come la privacy, la diffamazione e la sicurezza nazionale. In particolare, nel corso degli anni analizzati, la sicurezza e la privacy sono emerse con maggiore frequenza come motivazioni. Nel 2020, la diffamazione ha rappresentato la causa principale, mentre nel 2023 le richieste di rimozione relative a furti e frodi sono aumentate significativamente.
Conclusioni sulle rimozioni
Pur essendo molte delle richieste legittime, è importante notare che non tutti i dati sono stati considerati in maniera esaustiva. L'analisi di Surfshark ha preso in esame i dati provenienti da 150 paesi, escludendo potenzialmente richieste di paesi minori. Inoltre, gli Stati Uniti non compaiono tra i paesi con un alto numero di richieste di censura, indicando un panorama complesso e variegato delle politiche di rimozione dei contenuti online.
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