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google dichiarato monopolista illegale nel settore della pubblicità online
Una recente sentenza di un giudice statunitense ha stabilito che Google è un monopolista illegale nel campo della tecnologia pubblicitaria online. Questa decisione riguarda in particolare i mercati dei server pubblicitari per editori e degli scambi pubblicitari.
Contesto della sentenza
La pronuncia del giudice Leonie Brinkema, del Tribunale Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Orientale della Virginia, segue una precedente decisione in cui Google era già stato identificato come monopolista nel mercato dei motori di ricerca negli Stati Uniti. Ciò apre la strada a possibili rimedi significativi, tra cui la possibile dismissione del suo Ad Manager.
Dettagli sulla sentenza
Il tribunale ha ordinato a Google e alle parti avverse di presentare un programma congiunto per discutere potenziali rimedi. Inoltre, l'azienda affronta anche indagini antitrust in corso nel Regno Unito e un altro processo imminente negli Stati Uniti riguardante la dismissione del suo browser Chrome.
Implicazioni della sentenza
L'attuale sviluppo indica che il monopolio di Google nel mercato pubblicitario è limitato a due aree chiave: i server pubblicitari per editori e gli scambi pubblicitari. Non è stato dimostrato se Google detenga una posizione dominante anche nel mercato delle reti pubblicitarie per inserzionisti.
- Giudice Leonie Brinkema
- U.S. Department of Justice
- Google LLC
- CMA (Competition and Markets Authority) del Regno Unito
Punti chiave delle accuse contro Google
I documenti precedenti indicano che Google avrebbe bloccato i clienti nell'utilizzo dei propri prodotti tecnologici per la pubblicità, acquisendo servizi concorrenti per eliminare la competizione e controllando le modalità di transazione nel mercato della pubblicità online. Questi comportamenti hanno portato Google a detenere circa l'87% del mercato nella tecnologia di vendita degli annunci.
Prospettive future
Dopo questa sentenza, l'attenzione si concentra ora sulla ricerca di rimedi adeguati. Secondo l'ordine del tribunale distrettuale, Google e tutte le parti avverse hanno sette giorni per presentare un "programma proposto congiunto" per esporre le proprie posizioni.
- Dismissione dell’Ad Manager proposta come rimedio potenziale
- Tentativi passati di modifiche minori ad Android
- Processo imminente riguardante Chrome in Washington su richiesta del DOJ
- Indagini antitrust da parte della CMA britannica su vari aspetti dell'ecosistema mobile di Google
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